Aveva appena servito dei caffè ma non aveva coperto i bicchierini con il coperchio e i vigili gli hanno chiuso il bar. È successo a Trento, in uno dei pochi bar del centro che sta lavorando solo per asporto e domicilio, così come imposto dal decreto Natale oggi in scadenza.
Ieri gli agenti della polizia municipale hanno fatto irruzione nel locale, in piazza Fiera, e ne hanno disposto la chiusura fino al 9 gennaio.
Al giornale Alto Adige il titolare dell’attività, Daniele Maffezzoni, ha dichiarato: “Non voglio fare considerazioni polemiche, certo non nascondo che per me è un dispiacere e un’amarezza. Sia chiaro, se qualcuno pensa che con l’asporto ci si guadagni non ha capito nulla. Io lo faccio perché così evito a due collaboratori la cassa integrazione. Tutto qua”.
Secondo la versione del Comune, riportata in una nota pubblicata da Trento Today, “la polizia locale è intervenuta in seguito a varie segnalazioni che evidenziavano numerose irregolarità. In particolare le bevande servite dall’esercente venivano consumate in loco e non gestite secondo la modalità di asporto prevista dal Dpcm durante il periodo delle festività. Nonostante le comunicazioni verbali degli agenti di polizia locale il mancato rispetto della norma è stato ripetuto, con consumazioni presso il plateatico che in orario aperitivo hanno determinato assembramenti”.
Quella dei bar e dei ristoranti è una delle categorie commerciali più colpite in Italia dalle restrizioni imposte a livello nazione e regionale per contenere il contagio da Covid-19. Quando si applicano le misure da zona rossa e arancione gli esercizi devono restare chiusi al pubblico e possono lavorare solo con consegne da asporto e a domicilio. Se la zona è gialla sono aperti per il servizio ai tavoli e al bancone, ma con tutte le precauzioni da rispettare ai fini della sicurezza il lavoro si riduce notevolmente.
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