Farmaci iniettati a pazienti Covid per causarne la morte. Questa l’accusa mossa al primario del pronto soccorso dell’ospedale di Montichiari (Brescia), il 47enne Carlo Mosca, arrestato dai carabinieri del Nas in esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari.
Dei pazienti sarebbero stati intenzionalmente uccisi per liberare posti letto, questo – secondo gli inquirenti – il movente. Il Corriere della sera ha riportato alcuni messaggi Whatsapp intercettati tra due infermieri del Pronto soccorso: “Io non ci sto ad uccidere pazienti solo perché vuole liberare dei letti“, scrive uno dei due. “Io non ci sto, questo è pazzo”, risponde il collega. “Anche a voi ha chiesto di somministrare i farmaci senza intubarli. Io non ci sto a uccidere questi solo perché vuole liberare i letto“. I messaggi sono citati nell’ordinanza con cui il gip del tribunale di Brescia ha disposto gli arresti domiciliari per il primario.
La morte sospetta di alcuni pazienti positivi al virus Sars-cov2 le cui condizioni di salute si erano aggravate velocemente e senza una plausibile spiegazione aveva reso necessario approfondimenti. L’autopsia sui cadaveri di due uomini di 61 e 80 anni ha permesso di scoprire tracce di farmaci ad effetto anestetico e bloccante neuromuscolare che, determinando una depressione respiratoria, ne avrebbero causato il decesso. La somministrazione di quei medicinali, inoltre, non risultava dalle cartelle cliniche dei pazienti deceduti, tanto da ipotizzare a carico dell’indagato anche il reato di falso in atto pubblico oltre a quello di omicidio volontario.
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