Almeno 47 persone sono morte in un attacco jihadista in Burkina Faso. L’assalto è avvenuto ieri nel nord del Paese, vicino a Gorgadji, in un’area dal 2015 minacciata dai terroristi dello Stato islamico e di al-Qaeda. Nell’attentato sono stati uccisi 30 civili, 14 militari e 3 miliziani. Erano in partenza per la città di Abinda.
Il presidente del Burkina Faso, Roch Marc Christian Kaboré, ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale. Solo due settimane fa, il 4 agosto scorso, in un altro attacco avvenuto al confine con il Niger ci avevano rimesso la vita altre 30 persone.
All’inizio di giugno a Solhan, nel nord-est, si era consumato il peggiore massacro dall’inizio degli attacchi jahidisti: almeno 160 persone furono uccise e i loro cadaveri furono ritrovati in fosse comuni. Tra le vittime c’erano anche dei minorenni.
Da quando i terroristi islamici hanno trovato rifugio nel Sahel continuano a registrarsi attentati in Burkina Faso. Sotto la violenza dei terroristi finiscono i territori al confine con il Niger e il Mail. A soccombere sono i villaggi più isolati e poveri, dai quali i burkinabé da tempo stanno fuggendo per dirigersi verso le città, lasciando così spazio ai gruppi jihadisti.
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