Fonte foto: Department of defense

L’ultimo soldato americano che lascia l’Afghanistan. E’ l’immagine simbolo con cui gli Stati Uniti hanno chiuso la loro presenza in Afghanistan dopo 20 anni di guerra. L’occupazione militare americana e degli alleati era iniziata dopo gli attentati terroristici agli Stati Uniti del 2001. Al Qaeda aveva organizzato gli attacchi dall’Afghanistan, dove aveva trovato la copertura dei talebani, che, oggi, dopo due decenni governano di nuovo il Paese.


La guerra degli Stati Uniti e dei suoi alleati occidentali doveva combattere il terrorismo, doveva portare democrazia in un Paese che viveva sotto la rigida legge della Sharia interpretata dai fondamentalisti. Invece, il regime dei talebani è tornato. E pure gli attentati suicidi. Giovedì scorso durante le evacuazioni all’aeroporto di Kabul l’attacco di un kamikaze ha ucciso 170 persone, tra loro anche 13 soldati americani. Ieri cinque razzi lanciati verso l’aeroporto sono stati intercettati e abbattuti dal sistema di difesa statunitense. I due attacchi sono stati rivendicati dal gruppo afghano dell’Isis (l’Isis-K).

Il ritiro delle truppe statunitensi era stato deciso in Qatar, a Doha, in un accordo sottoscritto il 29 febbraio del 2020 tra l’ex presidente degli Usa, Donald Trump, e i talebani. Gli americani dovevano lasciare l’Afghanistan entro maggio scorso, in cambio i talebani non avrebbero attaccato civili e militari statunitensi, e non avrebbero più offerto supporto ad Al Qaeda. Poi, su richiesta di Biden, è stata rinviata la partenza al 31 agosto. Oggi.

Al termine dell’evacuazione, i combattenti talebani si sono subito appropriati anche dell’aeroporto di Kabul. Immagini pubblicate su twitter mostrano il momento in cui entrano in hangar per controlli, appena dopo la partenza dell’ultimo cargo statunitense.


il segretario di Stato degli Usa, Anthony Blinken, ha definito la missione in Afghanistan “una gigantesca operazione militare, diplomatica e umanitaria, una delle più difficili nella storia del Paese”.


I talebani hanno promesso un governo più moderato rispetto a quello del 1996-2001, ma le premesse non sono rassicuranti. Un cantante folk, Fawad Andarabi, venerdì è stato ucciso nell’Hindukush dai loro combattenti: gli hanno sparato alla testa. Le manifestazioni pubbliche fino ad oggi sono state represse con le violenze, le donne hanno ricominciato a rinchiudersi in casa, la musica è stata vietata, le voci delle donne bandite alla radio e in tv.

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