A 3 mesi dalla Brexit definitiva, la Commissione europea avvia un’azione legale contro il Regno Unito per violazione dell’accordo di recesso dall’Unione Europea. Secondo quanto chiarito dalla Commissione europea, la proposta di legge sul mercato interno presentata lo scorso 9 settembre dal primo ministro Boris Johnson “violerebbe in modo palese il protocollo sull’Irlanda / Irlanda del Nord, in quanto consentirebbe alle autorità britanniche di ignorare l’effetto giuridico delle disposizioni sostanziali del protocollo ai sensi dell’accordo di recesso”.
Il progetto di legge presentato da Johnson punta a garantire un accesso libero al mercato britannico dei beni provenienti dall’Irlanda del Nord e chiarisce che mentre la Gran Bretagna potrà stabilire il proprio regime di sovvenzioni, l’Irlanda del Nord continuerà ad applicare le norme dell’Ue in materia di aiuti di Stato. Il patto raggiunto con l’Unione Europea per la sua fuoriuscita, invece, prevedeva che il Regno Unito rispettasse sul proprio territorio gli standard europei in modo da garantire un’equa concorrenza.
Al Regno Unito, per questo, è stata inviata una lettera di costituzione in mora che segna l’avvio di una procedura di infrazione, e avrà un mese di tempo per rispondere con le proprie osservazioni. “L’articolo 5 dell’accordo di recesso – chiarisce la Commissione europea in una nota – stabilisce che l’Unione europea e il Regno Unito devono adottare tutte le misure appropriate per garantire l’adempimento degli obblighi derivanti dall’accordo di recesso e che devono astenersi da qualsiasi misura che possa compromettere il raggiungimento di tali obiettivi. Entrambe le parti sono vincolate dall’obbligo di cooperare in buona fede nell’esecuzione dei compiti derivanti dall’accordo di recesso”
Secondo quanto comunicato dalla Commissione europea, “rappresentanti del governo britannico hanno riconosciuto questa violazione, affermando che lo scopo era di consentirgli di discostarsi in modo permanente dagli obblighi derivanti dal Protocollo. Il governo britannico non è riuscito a ritirare le parti controverse del disegno di legge, nonostante le richieste dell’Unione europea” e agendo in questo modo “ha violato il suo obbligo di agire in buona fede, come stabilito nell’articolo 5 dell’accordo di recesso. Inoltre, ha avviato un processo che, a seguito dell’eventuale approvazione del disegno di legge, ostacolerebbe l’attuazione dell’accordo di recesso”.
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