Libertà, amicizia e ambiente sono le tre tematiche intorno alle quali ruota il film di animazione “Yaya e Lennie – The Walking Liberty”. Prodotta da Mad Entertainment e Rai Cinema, l’opera rappresenta il terzo lungometraggio di Alessandro Rak, fumettista, animatore e regista napoletano noto anche per le opere “L’arte della felicità” e “Gatta Cenerentola”.
Nel mondo rappresentato, la natura si è riappropriata della terra dopo una catastrofe. Nella giungla che domina il pianeta c’è chi si ribella a un’istituzione che vuole far risorgere una società governata con l’imposizione di regole di condotta, e in questa contrapposizione vagano la giovane Yaya e il suo amico Lennie, emblema della libertà.
“Yaya e Lennie – The Walking Liberty” è un’opera di largo respiro: attraverso la storia di due personaggi che vivono di quello che gli dà la foresta, si giunge ad un’acuta analisi del contesto storico attuale.
Nel film la natura è minacciata da uomini malvagi che voglio sfruttare le risorse della terra per illuminare tutta la foresta. Si assiste ad un crescente processo di omologazione dei vari gruppi sociali. Si incontrano dei personaggi, i devoti del pensiero scientifico, che sono delle miserabili caricature di un sistema che, in qualche modo, ricorda quello capitalistico.
Così, la trama, l’estetica del film, le ambientazioni, i personaggi e persino le musiche, non sono solo gli elementi essenziali del prodotto cinematografico, ma diventano anche degli strumenti efficaci per veicolare un messaggio.
Lo spettatore che segue le vicende di Yaya e Lennie entra in empatia con i due protagonisti, condivide con loro sogni e speranze, ma soprattutto si sente coinvolto in un’azione di protesta, che ha come fine ultimo la difesa della sacralità della vita.
Una creazione artistica di spessore che ha trovato la sua piena realizzazione grazie all’estro lirico del regista e all’ardore e alla tenacia del team Mad Entertainment, un gruppo di circa quaranta persone (tra artisti, animatori, disegnatori e musicisti) che anno dopo anno si dedica alla produzione di opere in animazione curandone ogni fase.
La sorte e le scelte
In “Yaya e Lennie – The Walking Liberty” vi è una forza che regola le vicende della vita umana, senza che la volontà degli uomini possa nulla contro di essa. Nonostante ciò, i personaggi che abitano l’universo animato hanno la capacità di scegliere: da una parte vi sono coloro che accettano tutto questo e vivono in armonia con tale forza misteriosa, dall’altra, invece, vi sono coloro che si oppongono e vogliono sovvertire l’ordine naturale precostituito.
I primi, privi di certezza sull’avvenire, quando devono prendere delle decisioni, si limitano a tirare a sorte e così in una semplice moneta “c’è tutto quello che c’è da sapere sulla sorte: da una parte c’è la morte che aspetta e dall’altra c’è una donna che passeggia e la libertà che avanza, senza fretta”. I secondi, invece, hanno un bisogno costante di sicurezze, ma, dulcis in fundo, sono “i primi a perdersi nella foresta” (o, in parole più semplici, nella vita).
Spiriti liberi e Istituzione
Il film offre diversi spunti di riflessione. Fra le questioni che affronta, centrale è quella dell’Istituzione.
Yaya e Lennie sono due sognatori, due spiriti liberi che non necessitano di un sovrano o di un padrone per vivere, poiché loro vivono di ciò che gli dà la foresta. Vivono in armonia con la forza misteriosa che regola le vicende umane.
Diverso è il discorso per gli uomini che vogliono sovvertire l’ordine naturale precostituito: nel cuore della foresta essi vedono “la loro eredità, la loro storia, tutta la cultura, la scienza di cui erano capaci i loro avi”. Essi sono accecati da “una voce antica piena di promesse”, e a quella voce ubbidiscono volontariamente.
Così si pone il problema fondamentale che già in passato Etienne De La Boétie ha affrontato: l’uomo, che è nato libero, ha bisogno di una forma di governo che, in un modo o nell’altro, lo priva della sua libertà? Se sì, quale forma di governo è la più adatta?
La cooperazione per la rivoluzione
In “Yaya e Lennie – The Walking Liberty” si misura il valore delle idee e degli ideali. Il capo della rivoluzione dirà difatti: “Il mondo vedrà sempre l’alternarsi del bene e del male, ma l’uomo sarà sempre uomo proprio perché ama la giustizia”.
Per mettere in atto una rivoluzione, tuttavia, non è necessario uno spargimento di sangue. L’esplosione dell’Istituzione è un gesto simbolico. Per mettere in atto una rivoluzione è necessaria la cooperazione tra uomini. E questo Yaya e Lennie ce lo insegnano.
Il rispetto reciproco che c’è tra i due protagonisti fa sì che tra loro si instauri un legame profondo. Partendo dal rispetto per la sacralità della vita, dunque, si può migliorare il rapporto che intercorre tra uomo e uomo e tra uomo e natura.
La rivoluzione, azione necessaria per il cambiamento, diventa al tempo stesso diritto e dovere del singolo individuo. E quando un popolo oppresso esprime un pensiero che entra in contrasto con il pensiero del suo oppressore, quel pensiero non può essere altro che rivoluzionario.
La trama
Yaya, una ragazza coraggiosa, e Lennie, un gigante buono, sono due compagni di avventure diretti alla casa sul mare: hanno bisogno di ristorare il corpo e lo spirito. La loro incolumità, tuttavia, è messa in pericolo da un agente dell’Istituzione, che li scova. Quest’ultimo vuole portarli con sé per educarli secondo le regole dell’Istituzione, ma Yaya e Lennie, che non vogliono essere privati della loro libertà, scappano.
Per decidere quale sarà la loro prossima destinazione Yaya e Lennie fanno una tappa importante: vanno davanti alla tomba della zia di Yaya e con una moneta tirano a sorte per decidere quale scelta prendere. Diretti verso la Terra della Musica, i due però vengono intercettati nuovamente. Questa volta è il capo dell’Istituzione in persona a trovarli: egli vuole assoggettare a tutti i costi i due protagonisti.
Accade però che Yaya e Lennie vengono liberati da alcuni personaggi fantastici, dei rivoluzionari che vivono nella foresta. In fuga ancora una volta, trovano un riparo, ma la stoltezza di Lennie fa sì che i due si ritrovino ancora una volta nei guai: nel cuore della notte, Lennie, dopo essere uscito dal suo nascondiglio, viene sbranato da bestie inferocite. Per sua fortuna riesce a tornare sui suoi passi, ma grondante di sangue ed in fin di vita.
Due nuovi personaggi offrono ospitalità a Yaya e Lennie. Il nipote, André, un giovane ufficiale dell’istituzione, si innamora di Yaya. Vedendo Lennie in fin di vita, offre supporto a Yaya: vuole portarlo all’Istituzione per guarirlo. Yaya, non potendo fare altrimenti, accetta. Ma lì la salute di Lennie verrà barattata con la sua libertà.
Nel frattempo i rivoluzionari, che stanno pianificando di far esplodere l’Istituzione, riescono a sequestrare il capo dell’Istituzione ed i suoi scagnozzi e si intrufolano nell’Istituzione sotto mentite spoglie. André invece è sulle tracce di Yaya, che intanto si è rifugiata da qualche parte, nella foresta.
Yaya è minacciata da un nuovo pericolo, ma André riesce a salvarla. I due trascorrono del tempo insieme, in intimità. Lennie invece è ancora prigioniero, ma questa volta non è solo, perché ha incontrato i rivoluzionari, che, dopo una lunga discussione sulla giustizia e sulla libertà, mettono in atto il loro piano. Così Lennie riesce a fuggire, mentre il capo dell’Istituzione, che è riuscito a scappare dalla su prigionia, giunge sul posto per assistere allo spettacolo messo in atto dai rivoluzionari: l’istituzione sta cadendo a pezzi.
Lennie ritrova Yaya, ma André, che desira controllarla ed esercitare un potere su di lei, vuole catturarla per portarla via con sé. Il gigante, che fino ad allora non aveva mai fatto male ad una mosca, trova il coraggio di strappare Yaya dalle grinfie del suo malfattore. Yaya e Lennie, fuggono nuovamente, liberi e più consapevoli della loro identità, ma soprattutto del sentimento di amicizia che li lega.