L’Agenzia italiana del farmaco ha approvato la somministrazione del vaccino Pfizer anche per i bambini tra gli 11 e i 5 anni di età. Le dosi saranno due, iniettate a tre settimane di distanza. Il dosaggio autorizzato per i più piccoli è pari a un terzo di quello previsto per i soggetti dai 12 anni in su (10 microgrammi rispetto ai 30 degli adulti) ed è stato formulato specificamente.
“I dati disponibili dimostrano un elevato livello di efficacia e non si evidenziano al momento segnali di allerta in termini di sicurezza”, tranquillizza la Cts, la Commissione tecnico scientifica di Aifa che ha approvato l’estensione del vaccino Comirnaty ai più piccoli.
Nel suo parere la Cts osserva che “sebbene l’infezione da SARS-CoV-2 sia sicuramente più benigna nei bambini, in alcuni casi essa può essere associata a conseguenze gravi, come il rischio di sviluppare la sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-c), che può richiedere anche il ricovero in terapia intensiva”. Incoraggia, quindi, alla somministrazione evidenziandone i benefici: “la possibilità di frequentare la scuola e condurre una vita sociale connotata da elementi ricreativi ed educativi che sono particolarmente importanti per lo sviluppo psichico e della personalità in questa fascia di età”.
Il 25 novembre scorso l’Ema, agenzia europea del farmaco, aveva raccomandato di concedere quest’estensione del vaccino Comirnaty ai bambini tra i 5 e gli 11 anni. “Uno studio principale su bambini di età compresa tra 5 e 11 anni ha mostrato che la risposta immunitaria a Comirnaty somministrata a una dose più bassa (10 µg) in questa fascia di età era paragonabile a quella osservata con la dose più alta (30 µg) in pazienti di età compresa tra 16 e 25 anni”, aveva comunicato l’Ema.
Dai test effettuati su 2mila bambini tra i 5 e gli 11 anni, è emerso che nel 90,7% dei bambini che avevano ricevuto il vaccino (1305) era stato prevenuto il Covid19 sintomatico e in tre avevano sviluppato il Covid19 rispetto ai 16 risultati positivi dei 663 che avevano ricevuto il placebo.
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