Tra le macerie di Mariupol

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La battaglia per Mariupol resta circoscritta all’acciaieria Azovstal. Nel sito industriale restano asserragliati i combattenti ucraini, mentre vanno avanti le operazioni di evacuazione dei civili. Il resto della città da giorni è ormai sotto il controllo dei russi.

Per vivere sotto le bombe, ci si arrangia. Delle bancarelle con beni di prima necessità sono state allestite lungo una strada nei pressi della metropolitana. Tra i banchetti c’è anche un generatore di corrente, attorno al quale si accalca la folla. A Mariupol manca l’elettricità da circa due mesi.

L’area verde alle spalle del mercatino è diventata luogo di sepoltura: dei crocifissi segnalano la presenza di tombe. Lungo il tragitto una coppia di anziani si muove con il proprio fagotto appoggiato su un carrellino. “La casa è andata. Niente casa”, dicono prima di riprendere il cammino. C’è chi è intento a recuperare i cadaveri disseminati lungo le strade.

Intorno è tutto ridotto in cenere, distrutto. Il paesaggio è spettrale. “Guardatevi intorno, è tutto bruciato, viviamo negli scantinati”, afferma una donna. Ci porta in quel che resta della sua abitazione: un fornello, un tavolo e qualche materasso piazzati in mezzo ai detriti, a cielo aperto. “Questo è”, dice allargando le braccia.


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