In Francia esiste dagli anni Settanta e Macron all’inizio del 2022 ne ha alzato anche il tasso orario, in Germania è stato introdotto nel 2015 dal terzo governo di Angela Merkel. Il salario minimo sarà presto regolamentato a livello europeo. Il Consiglio dell’Unione Europea, il Parlamento Europeo e la Commissione hanno raggiunto un accordo minimo non vincolante sui criteri da rispettare nella definizione della misura.
La legge, quindi, non renderà il salario minimo obbligatorio negli stati membri, né ne stabilirà uno uguale per tutti i Paesi dell’Unione, ma imporrà delle regole base da rispettare nel fissare la soglia minima di salario che dovrà essere garantita ai lavoratori, che potrà essere decisa su base oraria o mensile.
Secondo l’accordo raggiunto, il salario minimo dovrà essere periodicamente aggiornato: almeno ogni 4 anni dai Paesi con un salario minimo legato al costo della vita, almeno ogni due anni dai Paesi che hanno un salario fisso. Inoltre, nella definizione dei contratti di lavoro per varie categorie e di tutta una serie di misure dirette a garantire un salario adeguato ai lavoratori, dovranno essere coinvolti sindacati e parti sociali.
Ci vorrà ancora del tempo per l’entrata in vigore della direttiva europea, che dovrà prima essere approvata dal Parlamento europeo, poi ratificata dal Consiglio, e dovrà essere recepita dai singoli Paesi membri. Durante la conferenza stampa convocata a margine dell’accordo, il commissario europeo per il Lavoro, Nicolas Schmit, sull’Italia si è detto fiducioso che “il governo e le parti sociali raggiungano un buon accordo per rafforzare la contrattazione collettiva, soprattutto per coloro che non sono ben tutelati”.
Il salario minimo in Italia incontra la resistenza di Confindustria e deve superare la frattura della politica, che è divisa tra i favorevoli del centrosinistra e del Movimento cinque stelle e i contrari del centrodestra. In commissione lavoro al Senato è ancora fermo il testo presentato da ex ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, durante il secondo governo Conte, che prevede una soglia oraria di 9 euro lordi. “L’ok alla direttiva sul salario minimo apre una prospettiva per contrastare il lavoro povero e per dare a tutti i lavoratori un salario dignitoso. L’Italia si è battuta per questo importante risultato che estende tutele e diritti ai lavoratori europei”, ha commentato l’attuale ministro del Lavoro, Andrea Orlando.