Il prossimo 25 settembre gli elettori italiani saranno chiamati alle urne per eleggere i nuovi parlamentari. Come saranno assegnati i seggi lo stabilisce la legge elettorale. In Italia dal 2017 è in vigore la cd. “Rosatellum” (legge 165/2017), che prevede un sistema elettorale misto, proporzionale e maggioritario.
Per le elezioni, i partiti devono proporre dei candidati per ciascuno dei collegi in cui è suddiviso il territorio italiano. La ripartizione è stabilita nel rispetto della legge costituzionale – la n.1 del 2020 – che nel 2020 ha ridotto il numero dei parlamentari: da 630 a 400 i deputati e da 315 a 200 i senatori.
I collegi sono di due tipi: uninominali e plurinominali. Gli uninominali sono 147 alla Camera e 74 al Senato, i plurinominali sono 245 alla Camera e 122 al Senato. A questi collegi vanno aggiunti quelli della circoscrizione estero, che sono 8 alla Camera e 4 al Senato.
Nei collegi uninominali c’è un solo seggio in palio che viene vinto dal candidato (della coalizione o del partito che si presenta da solo) che prende più voti degli altri. In questo caso saranno quindi premiati i candidati di coalizioni di partiti, piuttosto che quelli proposti da singoli partiti.
I seggi dei collegi plurinominali vengono invece assegnati con metodo proporzionale, cioè distribuiti tra i partiti in proporzione ai voti che hanno ottenuto. La legge elettorale permette fino a cinque candidature in collegi plurinominali per la stessa persona e una sola candidatura all’uninominale.
In base al “Rosatellum”, un terzo dei seggi di Camera e Senato viene assegnato con un sistema maggioritario (chi prende più voti vince nel collegio) e gli altri due terzi con un sistema proporzionale attraverso un meccanismo di listini “bloccati”.
Dal punto di vista dell’elettore, alle urne troverà sulla scheda, per ogni coalizione o partito che si presenta singolarmente, un candidato al collegio uninominale e, accanto a ogni simbolo, una breve lista bloccata (non sono previsti voti di preferenza) di candidati che lo sostengono. Per votare basterà tracciare un segno sul simbolo della lista scelta o sul nome del candidato dell’uninominale. Non sarà possibile esercitare il voto disgiunto, ossia scegliere un candidato all’uninominale non collegato alla lista scelta per il proporzionale.
Sulla quota proporzionale, esiste poi una soglia di sbarramento del 3%, cioè i seggi saranno suddivisi tra le liste che ottengono almeno il 3%. La percentuale aumenta al 10 per le coalizioni. I partiti che fanno parte di una coalizione e che prendono tra l’1 e il 3% riversano i loro voti, proporzionalmente, alle altre liste della stessa coalizione che hanno superato il 3%. I voti delle liste che rimangono sotto l’1% vanno invece completamente persi.