Nello scontro che da oltre un anno vede contrapporsi la Russia e l’Ucraina, negli ultimi giorni sono stati registrati nuovi attacchi, da entrambe le parti. Ultima in ordine di tempo, l’operazione di martedì con droni su una zona nella parte sud ovest di Mosca. Alcune decine di velivoli senza pilota avrebbero sorvolato la capitale. Di questi, molti sarebbero stati intercettati ed abbattuti, i restanti avrebbero provocato lievi danni e qualche ferimento. Nello specifico, secondo il canale Telegram “Baza”, 25 droni sarebbero stati impiegati nell’operazione. Mentre il Ministero della Difesa russo su Telegram ha parlato di 8 droni, tutti intercettati: tre droni avrebbero sorvolato il quartiere residenziale della Rublyovka, dove avrebbero una residenza anche il Presidente Putin ed il numero due del Consiglio di sicurezza nazionale, Dmitry Medevedv. “Tre di loro – ha scritto il ministero – sono stati soppressi con mezzi di guerra elettronica, hanno perso il controllo e hanno deviato dagli obiettivi prefissati. Altri cinque UAV sono stati abbattuti dal sistema SAM Pantsir-S nella regione di Mosca”.
Kiev nega la propria responsabilità
Mykhailo Podolyak, capo dell’ufficio del presidente ucraino Zelensky, in un’intervista ai media locali avrebbe comunicato la propria contentezza per la notizia dei raid, dichiarando tuttavia di “non avere niente a che fare direttamente con questo”. Nonostante anche il Presidente Zielinski abbia ufficialmente negato il coinvolgimento dell’Ucraina, per Putin ed il Ministero della Difesa russo si sarebbe trattato di “un attacco terroristico”, il tentativo dell’Ucraina di terrorizzare i russi.
All’Agenzia Tass Putin avrebbe anche detto di sentirsi “preoccupato dai tentativi di provocare una risposta” e che la Russia provvederà a rafforzare le proprie difese aeree. Il Ministero degli Esteri russo ha fatto intanto sapere che Mosca si riserva il diritto di adottare le misure più dure in risposta all’ultimo attacco di Kiev. Se confermato, si tratterebbe del primo vero attacco con droni alla Russia da parte dell’Ucraina. In un’intervista a Fanpage, infatti, l’esperto di forze armate e analista geo-politico Paolo Mauri ha spiegato che l’attacco del 3 maggio fu reso possibile grazie all’utilizzo non di droni, ma di quadricotteri, quasi sicuramente pilotati e comandati dall’interno del territorio russo. La novità negli ultimi attacchi riguarderebbe il fatto che questi droni hanno sorvolato Mosca entrando nello spazio aereo della Federazione russa, non inviolabile a quanto pare.
Gli attacchi russi
Con diversi raid aerei e l’uso quotidiano di droni anche l’offensiva russa non accenna a placarsi. Kiev, dove si vive tra continui allarmi ed un serrato coprifuoco, nella notte tra lunedì e martedì ha dovuto fare i conti con i droni (i kamikaze Shahed) che sarebbero stati quasi tutti abbattuti. Anton Gerashchenko, consigliere del Ministero degli Interni ucraino ed ex vice Ministro ha riferito dell’ultimo bilancio fornito dalla polizia ucraina con “una 33enne rimasta uccisa, nove feriti a Kiev e quattro nella regione di Kiev”. Alcuni giorni fa le forze russe avevano anche bombardato il quartier generale dell intelligence militare ucraina.
In questa guerra, che da sempre, dai primi concitati momenti dell’invasione russa, è stata combattuta sul campo e sui numeri, Mosca fa sapere che Kiev avrebbe perso circa 16.000 soldati nell’ultimo mese – come affermato dal ministro della Difesa russo Serghej Shoigu. Lo stesso Shoigu, citato dall’agenzia Tass, ha anche fatto sapere che le forze russe avrebbero distrutto, sempre in questo mese, 16 aerei ucraini, 400 carri armati e veicoli blindati e abbattuto 29 missili da crociera a lungo raggio Storm Shadow ( forniti dalla Gran Bretagna a Kiev).
Numeri che non necessitano di conferme, invece, riguardano la ricostruzione dell’Ucraina.
Il fondo monetario internazionale ha approvato una nuova tranche di aiuti. Verranno trasferiti altri 900 milioni nelle casse del governo di Kiev, un’altra parte del pacchetto di aiuti alla ricostruzione da 15,6 miliardi di dollari. L’accordo sulle riforme da realizzare in cambio degli aiuti reca le firme dei rappresentanti del Fmi, il Ministro delle Finanze ucraino, Sergii Marchenko ed il governatore della banca centrale, Andriy Pyshnyi. Sarà il consiglio di amministrazione del Fmi ad esaminare il testo per autorizzare lo sblocco dei fondi previsti nel piano convalidato nello scorso mese di marzo, a seguito del quale già 2,7 miliardi di dollari sono stati erogati in favore di Kiev.
Oltre a ciò, forse la certezza più grande riguarda l’esito del conflitto. È un’amara sicurezza quella che fa ritenere improbabile intravedere all’orizzonte la fine della guerra. Probabilmente un primo flebile spiraglio per i colloqui di pace tra le due Nazioni arriva dalle ultime dichiarazioni dell’ambasciatore russo Andrey Kelin in Gran Bretagna: durante una intervista rilasciata a fine maggio alla BBC ha annunciato che “La Russia è pronta per i colloqui di pace con l’Ucraina ma non rinuncerà alle proprie condizioni”. “Vogliamo la pace – ha dichiarato il diplomatico -, ma a determinate condizioni. Per noi, due cose sono importanti: la prima è che non ci sia alcuna minaccia dall’Ucraina alla Russia e, la seconda, che i russi in Ucraina saranno trattati come ogni altro cittadino straniero”.